Raccontare di un fatto quando questo è particolarmente doloroso, è difficile specialmente quando  rinnova una ferita ancora aperta,ma la difficoltà viene superata nel momento in cui la  sofferenza viene  esorcizzata o minimizzata in un sbrigativo quanto burocratico:

“la situazione è sotto controllo, dai rilevamenti effettuati non vi sono motivi di preoccupazione, certo ci possono essere sempre dei colpi di coda pregressi….”.

E’ quello che abbiamo ascoltato in una conferenza sullo stato dell’aria attorno alla fibronit dopo che era stato messo in sicurezza il sito, tenutasi nella Parrocchia San Sabino diventata poi la nostra sede e centro di ascolto della nostra associazione.

La  sofferenza, l’essere colpiti in quello che hai di più caro, per noi vittime degli effetti patologici dell’amianto ci è sembrata  ridotta ad uno sbrigativo resoconto che andava ad arricchire le statistiche e gli studi epidemiologici.

Ecco questo è il motivo per cui ci ripromettiamo di raccontare i problemi che sorgono nel momento in cui si scopre che la tua famiglia,viene colpita da un evento che stravolge completamente i tuoi progetti di vita ,scoprire che la tua compagna o compagno,la madre o il padre  dei tuoi figli ,ha un tumore,il mesotelioma pleurico, che “in letteratura ” allo stato attuale ha una prognosi infausta un modo diverso per dire che è inguaribile ma ,se non si perde la speranza, curabile.

L’associazione familiari vittime amianto si propone di combattere oltre che con la malattia,anche con il “nichilismo”, l’atteggiamento rinunciatario,di chi ha il dovere di darti delle “speranze” ed invece si limita a proporre soluzioni palliative alzando gli occhi al cielo.

Speriamo che queste note su questo blog  possano  aiutare chi si dovesse, malauguratamente, trovare nella stessa situazione.

Nel ripercorrere le fasi della malattia, essere d’aiuto per un “percorso di cura” che spesso chi dovrebbe indicarlo, il medico di base ,non è in grado di fare o peggio ancora non è in grado di coglierne i sintomi.

Speriamo che possano  sensibilizzare sulle patologie collegate all’amianto , la cui ricerca è affidata ad un numero esiguo di ricercatori ,che con i mezzi a disposizione, scarsi o nulli ,cercano di colmare il distacco che questa patologia ha rispetto ad altri tipi di neoplasie.

Fare in modo che i risultati , le sperimentazioni cliniche , non rimangono nell’ambito dei circuitì congressuali o dei “crediti formativi” ,ma che possano trovare applicazione per chi veramente ne ha bisogno : i malati ed i loro familiari.

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