E’ quella che avvolge tutto ciò che riguarda l‘amianto ed in particolar modo i suoi effetti patologici.
Argomento dalle implicazioni più svariate: economiche, giuridiche, sociali ma ciò che più viene sottovalutato dalle Istituzioni sono i risvolti umani di chi ne viene coinvolto abbandonato in questa “onda tiepida” che rasenta l’indifferenza da parte di coloro che pensano il problema riguardi solo una limitata categoria di persone venuta a contatto per motivi di lavoro.
L’amianto è un problema che riguarda tutti noi poiché il mesotelioma, il cosiddetto tumore d’amianto, è indotto dall’avidità del profitto e dalla mancata prevenzione e sorveglianza sanitaria delle Istituzioni.
L’amianto ha caratterizzato il modello di sviluppo non solo italiano ma europeo , tuttora è alla base del modello di sviluppo delle economie dei paesi emergenti quali India, Cina, Russia, Brasile, Pakistan e realtà più evolute quali Canada dove tuttora è prodotto ed esportato o Stati Uniti dove non è, in alcuni stati, del tutto bandito.
Stefania Divertito dal suo amore per la professione di “giornalista d’asfalto”, nel senso che va a cercarsi le fonti delle inchieste fatte, prende spunto dei dati accumulati con una sua precedente inchiesta “AMIANTO Storia di un serial killer” per ulteriormente sensibilizzare con questo romanzo “Una spiaggia troppo bianca” sul problema amianto. La storia è di fantasia, ma è il pretesto per evidenziare quanto sia stato difficile parlare e concludere delle inchieste che riguardano l’uso di sostanze cancerogene quali l’uranio impoverito prima e l’amianto dopo, gli sforzi fatti, quelli sono tremendamente reali.
In questo romanzo giallo l’Autrice ha saputo vedere oltre i dati, i freddi numeri statistici che accompagnano i rapporti ufficiali, la vita, la storia delle persone coinvolte, i loro progetti di vita spezzati.
Invitati come Associazione Familiari Vittime Amianto ne parleremo con l’autrice a Bari, città martoriata e provata degli effetti patologici dell’amianto il 10 Ottobre 2015 alle ore 10 presso l’ex Palazzo delle Poste.
Lillo Mendola
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