Per Rita
“ È impossibile non immaginare ogni volta quante vite si è portato via, e non dirsi ogni volta che non è possibile, non è umano, che il lavoro ti uccida, che vivere in un posto ti uccida, che respirare l’aria ti uccida. Chi ci assicura, a noi che abbiamo vissuto accanto alla Fibronit per tutta la vita, che questo mostro non si è insinuato anche dentro di noi?”
E’ la domanda posta dalla sensibilità della scrittrice barese Antonella Lattanzi che finora non ha ricevuto risposte ed è una domanda che ci poniamo ogni volta che in questa Chiesa di San Francesco si piange e onora una vita spezzata.
La morte di una persona che amiamo ci destabilizza, ci priva di qualcosa che per noi era preziosa, ma l’assordante silenzio provocato dal dolore della perdita dei propri cari non deve farci dimenticare la consapevolezza che a portarcela via siano state delle cause ben precise gli effetti patologici dell’amianto ed è solo questa consapevolezza che può farci mantenere saldo un legame con chi non è più con noi.
La fonte dell’inquinamento ambientale, con la bonifica definitiva della Fibronit ,è stata neutralizzata ma a causa della latenza, può continuare per moltissimi anni, provocando i cosiddetti “colpi di coda” ed è su questo fronte che c’è molto da fare : chi ci assicura che la fibra non si è insinuata dentro di noi?
La bonifica della Fibronit è solo la risoluzione di una parte del problema amianto.
Il versante della sorveglianza sanitaria e del percorso terapeutico è quello prioritario. La mano del legislatore, in primis regionale, può incidere sulla lotta al mesotelioma implementando la sorveglianza sanitaria e favorendo la possibilità di poter accedere a cure anche sperimentali, istituendo un centro di riferimento per la diagnosi, la prevenzione e la cura del mesotelioma ed evitare a tanti pugliesi, l’esigenza di spostarsi al di fuori della nostra regione, per le cure necessarie.
Il Parco della Rinascita è il risultato delle lotte dei cittadini, il Sindaco Antonio Decaro nel preannunciare ultimamente, l’inizio dei lavori, ribadisce che la sua realizzazione è il modo migliore per ricordare le vittime che ha provocato. Non crediamo che questo sia il modo migliore per ricordare i morti. Il modo migliore è quello di occuparsi dei vivi con la sorveglianza sanitaria, affinché non si debba assistere allo smarrimento di Sergio che perde la moglie Rita , al dolore dei figli il cui punto di riferimento viene meno; sentire la voce di una Madre amorevole ancora rotta dai singhiozzi per aver perso il marito, piangere la perdita di una figlia; affinché gli occhi pieni di lacrime di una sorella non debbano più vedersi. gli occhi spenti di chi non ce la fa più a sopportare il vuoto lasciato dalla perdita di un terribile numero di persone care, a causa dell’amianto.
Ed è per tutto ciò che noi dell’Associazione Familiari Vittime dell’Amianto di Bari a cui Rita ha fatto riferimento nella parte finale che continuiamo nella nostra missione: Lotta al mesotelioma e sostegno ai malati.
Lillo Mendola