I temi legati all’ambiente, alla salute e all’emigrazione sono preminenti nei romanzi di Mario Desiati, fin dal 2004 in un articolo scritto per Repubblica “Quando nella zona rossa respiravamo il vento di morte “lasciava intravedere come fosse necessario affrontarne gli argomenti caratterizzando i successivi racconti.
La sensibilità dello scrittore, già d’allora, percepisce la pericolosità degli effetti patologici dell’amianto facendo proprie le sensazioni che le persone coinvolte nella malattia provano nella lotta contro l’asbestosi e il mesotelioma pleurico.
Non riesco a descrivere lo stato d’animo con cui oggi ,estate 2004, seguo la vicenda Fibronit. E’ uno stato d’ animo di incredulità e stupore, quello di chi ha abitato per alcuni anni a poche centinaia di metri dalla fabbrica della morte per eccellenza nel territorio barese e che in fin dei conti non ha mai saputo molto.
Disincanto e incoscienza ,quello che prova…. Ho vissuto in piena “zona rossa” senza mai sapere nulla, senza sospettare che razza di bomba era innescata a pochi metri da dove vivevo. Credevo che quei capannoni fossero rimesse in disuso e basta, ignoravo perfettamente, “sopravvivevo” nel mondo di chi non si pone interrogativi, con l’incosciente sicurezza di chi non ha nulla da chiedere.
Ed ancora... i media erano ancora cauti nonostante quella fabbrica avesse chiuso i battenti nel 1986. I politici ancora di più. Qualcuno ha parlato di clima omertoso per l’emergenza amianto a Bari.
Poi grazie alle lotte dei cittadini riunitosi in un Comitato, ne parlarono i giornali locali e poi quelli nazionali, ” finalmente si potevano dire anche le cose che prima non si potevano dire. Iniziarono le inchieste della magistratura (e oggi le prime condanne), iniziai a sentir parlare del cisplatino, della gente che lo usava anche a Bari come a Taranto. Che quella era resistenza, senza vittorie per adesso, ma sempre resistere.
Alla base del romanzo “Ternitti” c’è la necessità di raccontare la tragedia del lavoro che nutre ed uccide ,come nel caso della fabbrica di Eternit di Niederurnen , del riscatto cercato in un lavoro in Svizzera e dell’amaro ritorno in patria con malattie al seguito. Tutto ciò è raccontato in una video inchiesta Eternide di Donato Nuzzo e Fulvio Rifuggio nella quale analizzano le condizioni in cui gli emigranti pugliesi sono stati costretti a lavorare, esponendosi alle polveri d’asbesto nelle fabbriche elvetiche e da cui Mario Desiati prende spunto per il suo Ternitti:
L’occasione è offerta dalla presentazione alla festa delle Migrazioni tenutasi a Castiglione d’Otranto. provincia di Lecce, in cui la vedova di un operaio morto di mesotelioma ,avente lo stesso cognome della protagonista del romanzo Orlando ,tre figli cresciuti da sola, racconta :dice “ Mio marito lavorava alla macchina macina-sale: dalle polveri faceva pasta d’amianto e nel frattempo firmava la sua condanna a morte. Quando tornava a casa non sapevi più se era uomo o se era polvere”. Ippazio è stato il primo morto dell’Eternit di Niederurnen tra Corsano e paesi limitrofi. Non è stato l’ultimo dicono gli autori. Abbiamo pensato a lui. E poi a tutti loro” Il film parte da queste esperienze di vita, ma poi scava, approfondisce, rielabora, attraverso l’aiuto di medici esperti, che tuttora collaborano con l’Associazione Emigranti esposti e Familiari salentini Vittime amianto Svizzera.
La trasposizione nel romanzo Desiati la descrive in modo poetico “Lassù ..a qualcuno sembrava che Ippazio preparasse una sorta di grande impasto per una focaccia. Ma il colore e l’odore dell’impasto era insopportabile, pungente, gonfiava le narici, ed entrava come aghi invisibili sotto il derma, attraverso le membra fino alla cassa toracica, infine nei polmoni. Un ago per volta. Uno per uno, avendo cura, come ogni male di essere lento, mascherato e inesorabile.” Riassumendone nel racconto particolareggiato, l’anamnesi della malattia. Non è un caso che alla domanda dove avesse preso le fonti per descrivere il romanzo Mario Desiati risponde : “Fonti dirette, ho conosciuto e parlato con molte persone che hanno lavorato, e poi ho studiato le carte di un processo, quello della Fibronit di Bari, che mi serviva per non essere troppo approssimativo quando parlavo degli effetti dell’amianto, anche se come tanti pugliesi conoscevo bene gente …ammalatasi di amiantosi “. E ricorre ancora alla vicenda Fibronit quella che ha creato uno stato d’ animo di incredulità e stupore che lo spinge ad approfondire gli effetti patologici per meglio raccontarli.
Nel mondo attuale che naviga sulla fibra, di altre fibre racconta Ternitti.
“ Le particelle di asbesto hanno la forma di un gancio, sono minuscole e lievi, a vederle al microscopio sembrano antichi monili, i gioielli sobri di una regnante, o gli orecchini che possono adornare una castellana distinta….Quei gancetti attraversano la bocca e il naso, corrono per la gola spinti dalla forza di gravità, della deglutizione, dell’aria che entra ,finiscono nei polmoni ,ma quando si espira ,non andranno via .Uncineranno gli alveoli e indugeranno li. Produrranno piccole ulcerazioni, e poi lievi infezioni che risaliranno per i filamenti del corpo umano, ruberanno la voce, gonfieranno le narici, confondendo gli odori..”
I monili uncinati se ne sono portati via tanti a Tricase e dintorni. Chi aveva lavorato al ternitti , chi si era costruito la casa di ternitti, chi soltanto la fatica di averci vissuto accanto ,dentro o sotto senza saperlo. Li hanno chiamati “ esposti” ma gli esposti invitati all’auditorium di Corsano avevano altre finalità e ragioni dell’incontro la Giustizia per le vittime , conoscerne i diritti ed i possibili risarcimenti per chi aveva lavorato nelle fabbriche e per i loro familiari.
Mimì, la protagonista del romanzo , si sentiva per la prima volta nella sua vita, esposta.
Insomma Ternitti è un romanzo sociale che racconta di una Puglia inserita nella lotta e nelle rivendicazioni per mettere al bando l’amianto nel mondo , lo fa con le voci delle donne che chiedono per queste stragi provocate dall’amianto Giustizia.
Di questo ed altro si parlerà con l’Autore vincitore del Premio Strega sabato 26 novembre ore 11 al Teatro Piccinni al primo appuntamento dal titolo ‘Nella stanza degli spiriti’, Desiati accompagnato dalla giornalista Antonella Gaeta, condurrà il pubblico nella sua personale ‘stanza degli spiriti’, «quella mappa di riferimenti, autori, libri, ispirazioni che abitano – si legge in una nota – il suo universo letterario e nutrono la sua scrittura». Nella stessa sera andrà in scena per la prima volta lo spettacolo «Ternitti», dal romanzo di Mario Desiati, per la regia di Enrico Romita, con le musiche dal vivo dei Radicanto, in scena Giusy Frallonardo e Maria Giaquinto.