Il 28 Aprile 2010 ricorre la 5a giornata del ricordo delle vittime dell’amianto da quando il 21 aprile 2005 a Porto Allegre, in Brasile, nell’ambito del Forum Mondiale sull’amianto, fu proposta dall’ABREA (Associazione Brasiliani Esposti Amianto) una giornata da dedicare alla memoria delle persone morte a causa di questo materiale.
Qualche mese dopo, il 22/23 settembre, in occasione della Conferenza Europea sull’amianto tenutasi a Bruxelles, tale proposta è stata assunta e ribadita anche in quella Sede, la quale ne ha stabilito la commemorazione il 28 Aprile di ogni anno, in quanto concomitante con la ‘Giornata Mondiale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro’.
L’Associazione Familiari Vittime Amianto di Bari unitamente al Comitato Cittadino Fibronit, ritiene che l’intento della celebrazione commemorativa sia quello di ricordare a tutta l’opinione pubblica la gravità della catastrofe sanitaria ed ambientale che l’utilizzo dell’amianto ha comportato e che tuttora continua a comportare.
Tuttavia non si tratta di fare solo esercizi di riflessione collettiva o associativa in quanto l’emergenza delle malattie da amianto nella città di Bari e in altre realtà pugliesi è ormai di una gravita’ tale da richiedere sforzi eccezionali e di eccezionale qualità.
Al convegno del 15 gennaio 2010 sul Mesotelioma Pleurico organizzato dall’Asssociazione sono emerse le dimensioni attuali del problema . Infatti, come riferito dalla Prof.ssa Marina Musti responsabile del Centro Operativo Regionale (C.O.R.) del Registro Nazionale Mesotelioma (Renam ) nell’esporre i dati pugliesi , dal 1980 a tutto il 2009 ,indica in 895 casi nella Puglia in generale ed in 212 casi a Bari in particolare , di cui 65 per inquinamento ambientale tra le circoscrizioni di Japigia,San Pasquale e Madonnella.
Vista la complessità degli aspetti di tale emergenza, gli sforzi devono essere mirati ( ancor piu’ che in altre circostanze ) a prevedere un approccio integrato e multidiciplinare che vada dalla raccolta dei dati epidemiologici, alle campagne di screening per i soggetti esposti, alle terapie piu’ innovative ed efficaci .
Il Gruppo Italiano Mesotelioma (G.I.Me), che adotta da anni questo sistema di integrazione multidisciplinare alle malattie di amianto coinvolgendo centri di eccellenza nazionale ed internazionale per condurre ricerca applicata, in quella sede si è reso disponibile ad offrire gratuitamente il proprio impegno per affrontare l’emergenza amianto nella nostra regione.
Il GIMe ha proposto alle istituzioni regionali Pugliesi di integrare la propria esperienza con tutti gli operatori della sanità pugliese già impegnati in una battaglia che ha, purtroppo sofferto, pure nell’assolutà qualità dei singoli, di una certa impossibilità strutturale ad un’organica integrazione.
La proposta ,che facciamo nostra ,di creare, insomma, una task force regionale pugliese che affronti tutti i problemi ambientali, sanitari e sociali che l’esposizione all’amianto comporta e che rappresenti per i cittadini ed i pazienti un chiaro ed affidabile punto di riferimento .
Di tutto questo insieme al risvolto della esperienza della malattia provocata dall’esposizione ambientale all’amianto,si parlerà nell’incontro dibattito aperto alla Cittadinanza che si terrà nella sala San Giuseppe Moscati presso la Parrocchia San Sabino alle ore 15,30 del 28 Aprile 2010 ,cui seguirà alle ore 19 la S.Messa in ricordo di tutte le vittime dell’amianto.
L’Associazione Familiari Vittime Amianto di Bari per onorare tutte le vittime dell’amianto e per sensibilizzare l’opinione pubblica sui suoi effetti patologici e sull’importanza di un’informazione corretta e non allarmistica sull’evoluzione del mesotelioma e delle altre malattie correlate , ha deciso di organizzare un incontro /dibattito per il 15 gennaio 2010 alle ore 15,30 nella Sala Rossa del Comando di Polizia Municipale di Bari situata presso il Centro Direzionale Japigia in Via Aquilino n. 1-9 .
Nell’incontro si cercherà di fare il punto sulla dimensione della patologia in Puglia ed a Bari in particolare, sui nuovi metodi per la diagnosi precoce e la sorveglianza degli esposti , siano essi lavoratori o semplici residenti in zone limitrofe alle fonti d’inquinamento (Fibronit e non solo).
Si toccherà il tema delle linee guida per il trattamento medico del Mesotelioma pleurico,il ruolo della chirurgia e dell’assistenza domiciliare palliativa e l’importanza dell’assistenza infermieristica e psicologica.
Sul ruolo e lo stato attuale della ricerca ,interverranno con loro relazioni i Ricercatori del GIMe (Gruppo Italiano Mesotelioma) .
Seguirà una tavola rotonda fra relatori, aperta al pubblico.
Bari è una delle città più colpite dal Mesotelioma Pleurico ; chi si trova a fare i conti con l’incubo del mesotelioma,non può essere abbandonato alla rassegnazione, ma ha diritto,se lo desidera ad accedere alle terapie sperimentali più avanzate. È questa la forte richiesta che viene dai cittadini riuniti nell’Associazione Familiari Vittime Amianto ,che si attendono, dalla ricerca scientifica e dai medici quotidianamente in corsia per combattere contro il ” tumore dell’amianto”, la massima cooperazione possibile e dalle Istituzioni il sostegno alla Ricerca sperimentale ed ai nuovi metodi per la diagnosi precoce in modo da tenere accesa la speranza e continuare a “Credere in una Cura”.
Nello specifico il tema dell’incontro che inizierà alla 15,30 sarà :
Mesotelioma Pleurico : una sfida da vincere per la Ricerca, il sostegno ai malati e alle loro famiglie
Gli argomenti toccati saranno:
Epidemiologia. Diagnosi Precoce e Terapie
– Mesotelioma Pleurico: un’epidemia mondiale ( Marina Musti ) del Renam Bari (Registro Nazionale Mesotelioma)
– Nuovi metodi per diagnosi precoce e sorveglianza degli esposti (Raffaele Molinini ,Medicina del lavoro Bari ;Rudy Foddis ,Medicina del lavoro Pisa)
– Le linee guida europee per il trattamento medico del Mesotelioma Pleurico ( Gennaro Palmiotti ,Oncologia Ospedale di Venere ,Bari)
– La chirurgia nel Mesotelioma Pleurico ( Paolo Sardelli,Ospedale San Paolo Bari ;Pietro Bovolato ,Spedali Civili Brescia)
– L’assistenza domiciliare palliativa ( Ferruccio Aloè,Istituto Oncologico , Bari)
– L’assistenza infermieristica (Donatella Raffaele Istituto Oncologico ,Bari)
– L’assistenza psicologica ( Rosanna Montanaro,Istituto Oncologico,Bari)
Nuove Terapie
– Immunoterapia del mesotelioma (Antonio Siccardi,Ospedale San Raffaele ,Milano)
– Terapia Immunologica (Luana Calabrò,Policlinico S.Maria delle Scotte,Siena)
per le terapie sperimentali e stato della ricerca concluderà l’incontro Luciano Mutti Presidente del Gime (Gruppo Italiano Mesotelioma, Vercelli) sul tema :
– Mesotelioma : dove stiamo andando?
A conclusione degli interventi i relatori risponderanno alle domande del pubblico.
Si può aderire contattando l’associazione oppure con un cenno della partecipazione su questa pagina di facebook
Tags: assistenza domiciliare, chirurgia toracica, conferenza, diagnosi precoce, epidemiologia, ricerca scientifica, sorveglianza degli esposti, terapia sperimentale
Abbiamo ricevuto la segnalazione di un articolo di swissinfo.ch riguardante un accordo sottoscritto tra Svizzera e Italia .
Gli istituti nazionali di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro di Svizzera e Italia hanno sottoscritto un accordo per rintracciare i lavoratori italiani esposti in passato all’amianto nella Confederazione.
L’amianto è un materiale che appartiene ormai al passato, perlomeno in Europa occidentale. In Svizzera, l’uso di isolamenti in amianto floccato è stato bandito dalla metà degli anni ’70, mentre dal 1990 è in vigore, come in molti altri paesi, un divieto generale.
Anche se non è più utilizzato, l’amianto però è una bomba a scoppio ritardato. Gli effetti sulla salute della cosiddetta “polvere che uccide” si manifestano dopo diversi anni, a volte addirittura decenni. Asbestosi, mesotelioma, carcinoma polmonare… Le patologie causate dall’inalazione di fibre di amianto, che penetrano negli alveoli polmonari, sono spesso incurabili e mortali.
Malattie professionali
Fino a un recente passato, decine di migliaia di lavoratori sono entrati in contatto con questa sostanza, in particolare coloro che lavoravano nell’edilizia, nell’industria elettrica e metallurgica o negli stabilimenti della Eternit di Niederurnen, nel canton Glarona, e di Payerne, nel canton Vaud.
Tra di loro anche migliaia di emigrati italiani, molti dei quali nel frattempo rientrati in patria.
Considerate come malattie professionali, in Svizzera le patologie causate dall’amianto danno diritto a prestazioni assicurative da parte dell’Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (SUVA).
Per legge, queste prestazioni spettano anche alle persone che nel frattempo non vivono più nella Confederazione e quindi anche a tutti quei lavoratori italiani rientrati nel loro paese.
“Alcune centinaia di persone”
Poiché la SUVA non può intervenire direttamente all’estero, a metà giugno ha siglato un accordo con l’Istituto nazionale italiano di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) per rafforzare la ricerca di quei lavoratori che sono stati esposti all’amianto durante la loro permanenza in Svizzera, nonché dei loro familiari. In effetti, sono stati constatati casi di malattie provocate da asbesto anche tra le mogli dei lavoratori della ditta Eternit, che lavavano le tute sporche di fibre dei loro mariti.
“Non sappiamo quante persone siano interessate da questo provvedimento”, dichiara Helene Fleischlin, responsabile della comunicazione d’impresa della SUVA. “Riteniamo però che siano al massimo alcune centinaia”.
L’INAIL si è in particolare impegnato ad informare i medici italiani e a sensibilizzarli su queste patologie. La collaborazione dei dottori è indispensabile per la riuscita dell’iniziativa, sottolinea la SUVA, poiché “spetta a loro segnalare i casi di cui vengono a conoscenza nel corso dei loro accertamenti”.
Condizioni uguali per tutti
I lavoratori o gli ex lavoratori devono dal canto loro indicare al loro medico “presso quale azienda hanno lavorato in Svizzera e in che modo e per quanto tempo sono rimasti esposti all’amianto”, spiega Helene Fleischlin.
Una volta ricevuta la segnalazione dal medico, l’INAIL trasmetterà il dossier alla SUVA, che svolgerà ulteriori accertamenti per stabilire se sussiste un diritto a una prestazione. La misura vale anche per chi non ha sviluppato nessuna malattia: la SUVA valuterà infatti la necessità o meno di procedere, a sue spese, a visite mediche di profilassi.
“Le condizioni per ricevere una rendita sono le stesse di quelle valide per gli svizzeri – afferma Helen Fleischlin. Deve trattarsi di una malattia causata dall’asbesto, che provoca una diminuzione della capacità lavorative o che ha un impatto sull’integrità fisica”.
Oltre 2.000 casi dal 1939
Dal 1939, anno in cui l’asbetosi entrò a far parte della lista delle malattie professionali, al 2006, la SUVA ha registrato 2.104 casi di malattie provocate dall’amianto, 177 dei quali riguardavano cittadini italiani. L’assicurazione ha corrisposto alle vittime o ai loro superstiti prestazioni per un totale di 473 milioni di franchi.
Dall’inizio degli anni ’80, quando si registravano una decina di casi l’anno, si è assistito a un costante aumento. Nel 2006, ad esempio, la SUVA ha riconosciuto 2.596 casi di malattie professionali, di cui ben 285 dovute all’esposizione all’amianto.
E le previsioni non promettono nulla di buono, almeno per i prossimi due-tre anni: “Tenuto conto del fatto che a metà degli anni 70 l’uso dell’amianto ha raggiunto il suo picco massimo – scrive la SUVA – e considerato il lungo periodo di latenza (circa 30-40 anni), presumibilmente non si potrà assistere ad un calo significativo dei casi prima del 2010-2015”.
Daniele Mariani, swissinfo.ch
Tags: asbestosi, carcinoma polmonare, malattie professionali, mesotelioma, risarcimento
I ricercatori sono riusciti a dimostrare la presenza del virus SV40 in cellule provenienti da mesoteliomi umani ed è ormai nota la capacità del virus di indurre il mesotelioma in modelli animali. I vaccini anti-polio, somministrati come misura di prevenzione primaria tra il 1956 ed il 1963 (vaccinazione tipo “Salk”), erano contaminati da SV40.
Le implicazioni di tale fatto non sono ancora oggi completamente chiarite ed occorrono ulteriori studi a riprova di una possibile eziologia virale.
Quella dell’SV40 è la storia di un virus trasmigrato dalla scimmia all’uomo quando, tra il 1955 e il 1961, un miliardo e 400 milioni di individui furono vaccinati contro la poliomielite con preparati contaminati.
Questo grave effetto collaterale fu possibile, poiché i virus vaccinici utilizzati erano stati cresciuti su cellule di rene di scimmia, risultate in seguito infettate da SV40.
Da allora sono state numerose le ricerche portate avanti su SV40 e sulle sue conseguenze per la salute dell’uomo, arrivando all’individuazione di una stretta correlazione tra questo virus e l’insorgenza di diverse forme di tumore. In particolare, dai primi anni ’90 è stata evidenziata la correlazione tra SV40 e i tumori umani quali i mesoteliomi pleurici, i tumori cerebrali, gli osteosarcomi e i linfomi.
Il meccanismo di insorgenza del mesotelioma maligno avviene per inalazione delle fibre di amianto. Recenti studi affermano che non esiste evidenza di una soglia di esposizione sotto la quale il rischio risulta assente. Finora, oltre l’amianto, non sono state individuate altre cause, a parte le radiazioni ionizzanti; recentemente alcuni studi hanno suggerito il possibile ruolo del virus SV40. Tali osservazioni traggono la loro origine dal fatto che studi sperimentali hanno dimostrato che l’iniezione intrapleurica di SV40 è in grado di indurre mesotelioma maligno nel 100% di animali da esperimento indipendentemente da esposizione ad amianto.
fonte : GIMe
Tags: fattori di rischio, mesotelioma, sintomi
L’esordio clinico del mesotelioma,il segno più precoce della malattia, si manifesta con il versamento pleurico.
Tale versamento viene evidenziato da una semplice radiografia al torace che a sua volta dà le informazioni per i successivi accertamenti,ma è la T.A.C . (Tomografia Assiale Computerizzata) che dà la conferma dell’associazione tra versamento e ispessimento più o meno diffuso della pleura.
Il versamento pleurico è uno dei fenomeni che interessano la pleura, membrana sierosa che ricopre interamente il polmone (pleura viscerale) e la cavità toracica (pleura parietale). Normalmente tra pleura viscerale e pleura parietale è presente uno spazio nel quale è contenuta una piccola quantità di liquido, che facilita lo scorrimento dei due foglietti durante i movimenti respiratori. Normalmente non si accumula molto liquido perché un continuo riassorbimento riporta il liquido dalla cavità pleurica ai vasi linfatici e da questi nuovamente al circolo sanguigno. Un versamento pleurico si può formare quando il liquido viene filtrato in quantità superiore alla capacità di rimozione.
Vi sono due modalità di formazione del versamento pleurico: trasudati ed essudati.
I versamenti di tipo trasudatizio compaiono quando la pressione nei capillari è aumentata oppure quando la pressione oncotica è ridotta, fattori che aumentano la filtrazione.
Gli essudati si formano per effetto di un aumento della permeabilità delle pareti capillari alle proteine; la presenza di proteine nello spazio pleurico tende a “richiamare” liquido dai capillari.
In alcuni soggetti, la presenza di versamento pleurico può essere una condizione priva di sintomatologia “propria”; infatti i disturbi legati alla malattia principale (che è causa del versamento) possono essere gli unici sintomi avvertiti dal paziente, senza disturbi respiratori. Sintomi di un versamento pleurico sono dolore al torace in punti generalmente molto ben localizzabili. Se il volume del versamento è notevole il paziente avverte dispnea, sensazione di difficoltà respiratoria. Altre volte il sintomo principale è rappresentato dalla tosse stizzosa, senza produzione di espettorato. Tra le cause più comuni di un versamento pleurico, ci sono lo scompenso cardiaco, l’embolia polmonare, la cirrosi epatica nel caso di versamento trasudato, polmonite, neoplasie, embolia polmonare, malattie gastrointestinali, esposizioni ad asbesto, nel caso di versamento pleurico essudato.
fonte : GIMe
Per chi volesse approfondire l’argomento:
Diagnostica del versamento pleurico
Tags: sintomi, versamento pleurico
L’iter diagnostico è composto da diverse tappe e prevede un”accurata raccolta di dati inerenti la storia lavorativa e medica del paziente (anamnesi), la visita condotta dal medico ed esami strumentali.
Questi ultimi, comprendenti sia le tecniche d”immagine sia procedimenti di tipo più o meno invasivo (chirurgico), sono essenziali non solo per la definizione della diagnosi ma anche per la valutazione dell”estensione e dell”esatta natura del tumore.
Raccolta dell”anamnesi ed esame obiettivo
Il medico, nella fase di raccolta dell”anamnesi, si prefigge lo scopo di scoprire eventuali sintomi e fattori di rischio. Per tale motivo dovrà porre al paziente domande riguardanti la professione, le abitudini di vita, la storia clinica e le condizioni attuali di salute.
L’esame obiettivo (la comune “visita) fornisce informazioni riguardanti i segni della malattia.
In un soggetto affetto da mesotelioma pleurico si potrebbe riscontrare la presenza di un versamento pleurico, mentre un”ascite o la presenza di una massa palpabile a livello addominale possono essere segni di mesotelioma peritoneale.
Tecniche d’immagine
Le tecniche più utilizzate sono le comuni indagini radiologiche, la tomografia assiale computerizzata (TAC) e la risonanza magnetica nucleare (RMN).
L”esame radiologico del torace può fornire reperti indicativi di quelle alterazioni patologiche conseguenti all”esposizione all”asbesto ed in via di evoluzione tumorale. E” in grado di mostrare ad esempio la presenza di versamento pleurico e di zone di calcificazione, l”ispessimento irregolare delle pleure, l”assottigliamento delle fessure tra i lobi polmonari.
La TAC e la RMN riproducono una serie di immagini dettagliate di aree selezionate del corpo. In tal modo può essere rilevata la presenza di masse e di esse è possibile valutare l”estensione ed i rapporti contratti con le strutture circostanti. La TAC può essere condotta anche mediante l”ausilio di mezzo di contrasto, ovvero dopo aver iniettato in una vena del paziente una sostanza che, distribuendosi nei tessuti, aumenta la qualità delle immagini e quindi l”accuratezza dell”esame.
Le tecniche di immagine sono quindi di fondamentale importanza sia nella fase diagnostica sia nella successiva fase di stadiazione. Tuttavia non forniscono informazioni sulle caratteristiche istologiche di un tumore, e talora solo queste ultime consentono di discriminare una forma tumorale dall”altra. Può essere ad esempio posto il dubbio diagnostico tra mesotelioma, carcinoma al polmone o sarcoma. La certezza diagnostica richiede quindi un ”ulteriore tappa, rappresentata dalla biopsia o dall”esplorazione chirurgica.
Procedure invasive
Per confermare la diagnosi di MMe è necessario eseguire una biopsia o, nel caso siano presenti versamento pleurico o ascite prelevare ed esaminare una piccola quantità di liquido.
Nei pazienti che presentano un versamento pleurico, un campione di tale fluido può essere ottenuto mediante toracocentesi. Tale tecnica consiste nell’inserire un ago nel torace fino a raggiungere lo spazio pleurico e nell”aspirare liquido. Il liquido così prelevato, viene successivamente inviato al laboratorio per essere sottoposto a test citologici che daranno informazioni sulla sua composizione e sull”eventuale presenza in esso di cellule tumorali. In maniera analoga si può, mediante paracentesi, evacuare ed analizzare il liquido ascitico in caso di sospetto mesotelioma peritoneale. Il valore diagnostico dell”esame di tali fluidi è tuttavia limitato dall”impossibilità di determinare con esso il tipo cellulare (epiteliale, sarcomatoso o misto) del tumore ed inoltre dall”alta frequenza di falsi negativi. Per queste ragioni, il medico, se non sono presenti controindicazioni, suggerirà l”esecuzione di una biopsia.
La toracoscopia o pleuroscopia è un piccolo intervento chirurgico mediante il quale è possibile ottenere campioni di tessuto pleurico. Il chirurgo esegue un”incisione di ridotte dimensioni sulla parete toracica e vi introduce all”interno un sottile tubo munito di una micro-telecamera connessa con un sistema video. In tal modo il chirurgo può vedere il tumore e prelevarne un campione. La laparoscopia è l”equivalente della toracoscopia a livello addominale ed è eseguita per visualizzare una lesione da mesotelioma peritoneale ed asportarne campioni.
Il prelievo di più ampie zone di tessuto è possibile mediante toracotomia e laparotomia. Durante tali interventi chirurgici, che richiedono l”apertura del torace e dell”addome rispettivamente, è talvolta anche possibile l”esportazione dell”intera massa tumorale.
Un”altra procedura consiste nella mediastinoscopia. Il sottile tubo munito di videocamera viene introdotto all”altezza del collo e fatto scivolare al di sotto dello sterno in direzione del torace. Questa metodica permette al chirurgo non solo l”esecuzione della biopsia, ma anche la valutazione dei linfonodi presenti nel mediastino. Nonostante l”interessamento linfonodale sia nel mesotelioma piuttosto raro, questo esame può essere utile per stabilire se la malattia è ancora localizzata o se è già in fase di diffusione e, quando necessario, fornisce indicazioni che consentono di distinguere il mesotelioma dal cancro polmonare.
Nei pazienti affetti da mesotelioma pleurico può esistere l”indicazione ad una broncoscopia: in questo caso un tubo flessibile viene introdotto attraverso la bocca e spinto lungo la trachea ed i bronchi. In tal modo si può ricercare la presenza a livello delle vie respiratorie di eventuali masse da biopsiare.
Una volta prelevato, il campione tissutale viene osservato al microscopio. Questo passaggio, tuttavia, frequentemente non fornisce informazioni sufficienti alla formulazione della diagnosi. Microscopicamente il mesotelioma può infatti presentare aspetti simili a molti altri tipi tumorali. E” talora impossibile distinguere un mesotelioma pleurico da un cancro polmonare ed analoghe difficoltà di diagnosi differenziale possono aversi con il mesotelioma peritoneale ed il carcinoma ovarico. Per distinguere il MMe da altre forme neoplastiche si utilizzano quindi specifici test di laboratorio condotti sul campione bioptico. Molti di questi test mirano al riconoscimento di specifici markers espressi dalle cellule del MMe mediante l”impiego di tecniche istochimiche ed immunoistochimiche. Complementare a questi è l”osservazione con microscopio a scansione elettronica, il quale consente ingrandimenti fino a 100 volte superiori rispetto a quello convenzionale.
Fonte : GIMe
Tags: ascite, biopsia, laparotomia, mediastinoscopia, paracentesi, pleuroscopia, RMN, TAC, toracentesi, toracotomia, versamento pleurico
I sintomi iniziali di un mesotelioma sono molto aspecifici e possono essere ignorati a lungo, erroneamente attribuiti ad altre malattie o semplicemente inquadrati tra i segnali di cattive abitudini di vita, come il fumo, l’obesità, la sedentarietà.
L’assenza di specificità, accentuata soprattutto nei primi stadi, rende conto del lungo intervello di tempo intercorrente tra l”esordio della sintomatologia ed il momento della diagnosi. La metà circa dei pazienti scoprono la reale natura della loro malattia dopo più di sei mesi dalla comparsa dei sintomi.
Il sintomo più frequentemente riscontrabile nel mesotelioma pleurico è il dolore.
Esso si localizza al dorso o ad un lato del torace e può anche presentarsi come una sensazione di peso o di ingombro.
Molti pazienti accusano difficoltà respiratorie quali sensazioni di respiro corto o fame d”aria.
Meno comuni e generalmente più tardivi sono la tosse, problemi nella deglutizione, la raucedine, l” emissione di sangue con la tosse, gonfiore (edema) al volto o agli arti superiori. A questi si possono inoltre aggiungere sintomi osservabili nella maggior parte delle malattie neoplastiche come febbre, dimagrimento, facile affaticamento, debolezza muscolare.
Il mesotelioma peritoneale si manifesta spesso con dolore addominale, nausea, vomito ed una più rapida perdita di peso. La palpazione dell”addome può evidenziare una raccolta di liquido (ascite) o la presenza di una massa solida.
Questi sintomi, quando associati ad una storia di esposizione all”asbesto, devono subito insinuare nel medico il sospetto di un mesotelioma ed indurlo a procedere con esami mirati.
Un fattore di rischio è qualcosa che accresce la possibilità che un individuo sviluppi una data malattia.
Così come esistono fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, ne esistono altri per quanto concerne i tumori e differenti cancri presentano fattori di rischio diversi.
Per esempio, un”esposizione non protetta e ripetitiva alla forte luce solare è un fattore di rischio per i tumori della pelle, il fumo è il principale fattore causale del cancro polmonare ed ha un”importante ruolo nell”eziologia di altri tipi di tumore.
Per quanto riguarda il Mesotelioma (MMe) , la ricerca scientifica è riuscita ad individuare alcuni fattori che aumentano il rischio d’insorgenza di questa neoplasia:
Asbesto
L’inalazione da fibre di amianto rappresenta il reale rischio della salute essendo accertato che l’apparato respiratorio è l’organo bersaglio di questa contaminazione.
Gli effetti patogeni dell’amianto sull’apparato respiratorio possono essere distinti in due categorie:
quelli provocati dalle alte esposizioni cioè asbestosi e cancro polmonare e quelli indotti dalle basse esposizioni e cioè malattie pleuriche benigne e mesotelioma pleurico.
L’ asbestosi è una “pneumoconiosi” cioè una malattia respiratoria indotta da polveri minerali inorganiche che provoca due fenomeni interdipendenti:
1) accumulo di polveri nei polmoni; 2) conseguente reazione tissutale.
Questa fibrosi polmonare diffusa conseguente all’inalazione di elevate quantità di fibre d’ amianto compare 10-20 anni dall’inizio di esposizione professionale intensa e prolungata.
Per la sua patogenicità la IARC (International Agency for Research on Cancer,USA) ha valutato l’evidenza di cancerogenicità negli ambienti di lavoro dell’amianto e lo ha riconosciuto tra gli agenti sicuramente “cancerogeni per l’uomo” ( “Gruppo 1” assoluto divieto di esposizione).
E’ stato ipotizzato che l’amianto possa essere sia agente iniziatore che agente promotore delle patologia che si sviluppa con un’azione lenta sui meccanismi di difesa dell’organismo fino all’induzione della trasformazione neoplastica.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato “l’impossibilità di individuare per l’amianto,in quanto cancerogeno,una concentrazione nell’aria che rappresenti un rischio nullo per le popolazioni”:
Simian Virus 40 (SV40)
I ricercatori sono riusciti a dimostrare la presenza di questo virus in cellule provenienti da mesoteliomi umani ed è ormai nota la capacità del virus di indurre il mesotelioma in modelli animali. I vaccini anti-polio, somministrati come misura di prevenzione primaria tra il 1956 ed il 1963 (vaccinazione tipo “Salk”), erano contaminati da SV40. Le implicazioni di tale fatto non sono ancora oggi completamente chiarificate ed occorrono ulteriori studi a riprova di una possibile eziologia virale.
Radiazioni
In letteratura sono segnalati casi di mesotelioma che sarebbero correlati all”esposizione al Thorotrast, materiale che veniva in passato utilizzato in medicina per alcuni tipi di esame radiografico.
A causa della correlazione con l”insorgenza di tumori, il Thorotrast non è più utilizzato da molti anni e non sembra rappresentare un fattore di rischio con un qualche impatto attuale.
Zeolite
E” un minerale silicato, chimicamente imparentato con l”asbesto, presente in elevata concentrazione nel suolo della regione Anatolica turca. Un certo numero di casi rilevatisi in questa zona geografica sembrano poter essere imputabili alla presenza di zeolite.
Tabacco
Nonostante il fumo non possa essere considerato quale fattore di rischio per il MMe, ricordiamo che la combinazione fumo ed asbesto determina un incremento elevatissimo del rischio di cancro polmonare. I lavoratori dell”asbesto che fanno anche uso di tabacco, hanno una possibilità di ammalarsi di tumore dei polmoni che è da 50 a 90 volte superiore rispetto a quella della popolazione generale.
Fonti :
L’Amianto campionamento ed analisi
Tags: amianto, fattori di rischio
Nei meandri dei termini medici.
Addentrarsi per un “non addetto ai lavori” nei meandri dei termini medici è sempre difficile,ciò nonostante l’esigenza di capire ,dopo aver “metabolizzato” una diagnosi di Mesotelioma pleurico è talmente forte che bisogna iniziare dalle definizioni più semplici per poi entrare nel merito della patologia che si vuole sviscerare.
Tra l’ampia letteratura esistente nella rete, in questo senso, quella che più può aiutare pazienti e familiari la si può trovare nel sito del GiMe :
Cos’è il Cancro.
Con il termine “cancro” non s’identifica una sola malattia bensì un gruppo di malattie caratterizzate dalla modificazione patologica di cellule appartenenti ad un determinato tessuto.
In seguito a tale modificazione le cellule acquisiscono la capacità di moltiplicarsi in modo incontrollato sfuggendo a quei processi che, in condizioni normali, regolano la loro crescita.
Nella maggior parte delle forme di cancro, le cellule cancerose tendono a formare agglomerati o masse chiamate tumori. Le cellule cancerose non rispettano i limiti di territorialità che dividono i vari tessuti dell’organismo e possono pertanto invadere tessuti ed organi contigui.
Esse possono inoltre distaccarsi dalla massa primitiva e, attraverso la circolazione sanguigna e linfatica, raggiungere sedi del corpo anche distanti, dando così origine a nuove masse, definite metastasi.
Le caratteristiche ed il nome di un cancro sono sempre relative alla regione in cui esso ha avuto origine, anche quando siano già presenti metastasi ad altri organi: un cancro polmonare che determina metastasi a livello osseo è sempre e comunque un cancro polmonare, non osseo, e come tale va trattato.
Un’altra terminologia equivalente a cancro è tumore maligno. Non tutti i tumori, tuttavia, sono cancri. Molti di essi sono benigni; un tumore benigno non cresce e non si diffonde con le stesse modalità di un tumore maligno e, generalmente, non costituisce una malattia che ponga a rischio la vita di colui che ne è affetto.
Una minoranza di cancri, come quelli che colpiscono le cellule del sangue, non formano masse solide, ovvero tumori, ma sono malattie diffuse.
Cos’è il Mesotelioma.
Il mesotelioma maligno (MMe) è un cancro abbastanza raro, ma con crescente incidenza nella popolazione, ed è la più seria tra le malattie correlate all’esposizione all’asbesto.
Tra i fattori responsabili della gravità della prognosi sono da sottolinearsi la scarsa responsività alle terapie attualmente disponibili e le difficoltà diagnostiche. Si tratta, infatti, di un tumore che solo tardivamente determina la comparsa di sintomi specifici e che spesso è diagnosticato quando già la malattia è in fase avanzata.
Come la gran parte dei tumori, anche il MMe deve il proprio nome alla struttura dell’organismo da cui trae origine: si tratta di un tessuto specializzato, chiamato mesotelio, costituito da cellule epiteliali che rivestono i polmoni, il cuore, la cavità addominale e gran parte degli organi interni.
Il mesotelio è chiamato pleura a livello dei polmoni, pericardio a livello cardiaco e peritoneo nella cavità addominale ed ha, nei confronti di tali strutture, un ruolo protettivo in quanto è in grado di produrre un liquido lubrificante che ne favorisce i movimenti. Ad esempio, questo liquido agevola i movimenti respiratori dei polmoni all’interno della cavità toracica.
I tumori che originano dal mesotelio possono essere benigni, ma una quota ben più consistente di essi è costituita da quelli aventi un comportamento maligno ed è a questi ultimi che si riferiscono le informazioni che seguiranno.
Già a partire dal tardo 1700 il mesotelioma era conosciuto come tumore che poteva colpire pleure, pericardio e peritoneo. Tuttavia, le prime descrizioni dettagliate ed il riconoscimento del ruolo dell’asbesto nell’insorgenza di tale tumore risalgono solamente al 1960. J.C. Wagner descrisse 32 casi di MMe verificatisi tra i lavoratori delle cosiddette “Colline d’asbesto” in Sud Africa e con il suo lavoro, tendente a dimostrare il legame tra asbesto e mesotelioma, aprì il cammino ad una numerosa serie di studi che, da quel momento, furono condotti in molte parti del mondo.
Il National Cancer Institute classifica il mesotelioma tra i tumori maligni rari. Negli Stati Uniti la sua incidenza rimane bassa (2-3000 nuovi casi diagnosticati ogni anno) ma, a partire dal 1970, se ne è registrato un progressivo incremento. Purtroppo, nei prossimi decenni è attesa, nei paesi industrializzati, un drammatico aumento dei nuovi casi di tumore, tanto che R. Peto ha recentemente pronosticato una vera e propria “epidemia”di MMe.
La malattia è da tre a cinque volte più comune nel sesso maschile e la fascia di età più colpita è quella tra i 50 ed i 70 anni. Sono stati osservati, tuttavia, anche casi insorti in età infantile, per i quali risulta più difficile definire esattamente i meccanismi causali.
Circa tre quarti dei MMe originano nella cavità toracica a partire dalla pleura e sono conosciuti come Mesoteliomi Pleurici.
Il 10-20% insorgono nell’addome e prendono il nome di Mesoteliomi Peritoneali.
Molto più infrequenti sono i Mesoteliomi Pericardici ed i Mesoteliomi Testicolari, questi ultimi originanti dalla la porzione di peritoneo racchiusa nello scroto.
Ciascuno di questi MMe può essere ulteriormente classificato, in base alle caratteristiche delle cellule maligne, in tre sottotipi: circa il 50-70% di tutti i MMe sono di tipo epitelioide, mentre più rari sono i tumori misti, detti anche bifasici (20-35%) e quelli sarcomatoidi (7-20%). Le possibilità terapeutiche sono le stesse per i tre tipi, ma l’epitelioide dimostra generalmente una maggiore responsività e quindi è quello caratterizzato da migliore prognosi.
Tipi di Mesotelioma
Mesotelioma pleurico
Il mesotelioma pleurico cresce all”interno della cavità toracica e talora coinvolge anche i polmoni.
I polmoni sono la superficie di scambio più estesa del corpo umano a diretto contatto con l’ambiente esterno: gli alveoli formano un’area variabile tra i 50 m2, ( a respirazione tranquilla),ai 100 m2 circa (in massima inspirazione), sulla quale nelle 24 ore può depositarsi ogni sorta di inquinanti gassosi o corpuscolari disponibili in atmosfera
Il processo di metastatizzazione può interessare molti organi, compreso il cervello, e localizzazioni metastatiche sono già presenti al momento della diagnosi in un”elevata percentuale di casi.
La crescita del tumore, prima della comparsa dei sintomi, è generalmente lenta e le prime manifestazioni della sua presenza sono alquanto aspecifiche.
Il sintomo più comune è rappresentato da dolore persistente riferibile a livello toracico.
In alcuni casi al dolore si associa una più o meno grave difficoltà del respiro (dispnea). Quest”ultimo sintomo è determinato da una condizione definita versamento pleurico, consistente nell”accumulo di liquido a livello dello spazio presente tra i due foglietti che costituiscono le pleure. La presenza di tale liquido in eccesso rende più faticosi i movimenti dei polmoni durante la respirazione.
Altri sintomi comuni, ma comunque presenti in molte neoplasie maligne, sono la tosse, il dimagrimento e la febbre (più spesso febbricola).
La diagnosi può essere posta a partire da una radiografia del torace ma, per visualizzare l”esatta estensione della malattia, l”esame più indicato è la tomografia assiale computerizzata (TAC).
Un successivo passo diagnostico dovrebbe essere rappresentato, laddove possibile, da una toracoscopia, esame che consente di visualizzare direttamente il tumore, valutandone con precisione l”estensione locale, e di procedere all”esecuzione di prelievi bioptici, essenziali per l”esatta determinazione del tipo istologico di MMe.
Attualmente non sono disponibili markers sierici che permettano di formulare la diagnosi di MMe. Secondo alcuni ricercatori, la presenza nel sangue di elevati livelli di acido ialuronico può essere utile per differenziare il mesotelioma da altri tipi di tumore, ed il suo dosaggio può essere ripetuto durante e dopo la terapia per valutarne l”efficacia.
Mesotelioma Peritoneale
Il mesotelioma peritoneale rappresenta circa un quarto di tutti i MMe e si sviluppa all”interno della cavità addominale infiltrando organi in essa contenuti, quali il fegato la milza e l”intestino.
Come nel caso del mesotelioma pleurico, il dolore è il più comune sintomo di presentazione della malattia ed in questo caso è localizzato all”addome. Altri sintomi ricorrenti sono la perdita d’appetito, la nausea, il vomito, gonfiore agli arti inferiori e febbre.
Frequentemente si osserva un ingrossamento dell”addome conseguente all”accumulo di liquido nella cavità addominale (ascite).
Il coinvolgimento dell”intestino, con ostruzione del lume di entità variabile, può determinare disturbi dell”alvo fino ad una vera e propria occlusione intestinale. E” anche possibile che un mesotelioma primitivamente pleurico, in una fase avanzata di malattia, possa estendersi al di là del diaframma (la fascia muscolare che separa le cavità toracica ed addominale), interessando il peritoneo.
Mesotelioma Benigno
Un forma rara di mesotelioma è il Mesotelioma Cistico del Peritoneo caratterizzato da un comportamento benigno. E” stato descritto soprattutto in giovani donne. L”identificazione di questo tipo di tumore presenta ampie difficoltà e richiede l”osservazione con microscopio elettronico di adeguato materiale istologico ottenuto tramite biopsia, così come l”ausilio di sofisticate tecniche immunoistochimiche.
Forme Rare
Il Mesotelioma pericardico è un tumore del cuore rarissimo; più frequente è l”interessamento del pericardio ad opera di un MMe primtitivamente pleurico. Il Mesotelioma pericardico viene generalmente scoperto in fase molto avanzata per mezzo di una ecocardiografia, generalmente eseguita per indagare segni e sintomi di una ridotta contrattilità cardiaca. Il decorso è rapidamente infausto, ed il trattamento non è in grado di influire sul tempo di sopravvivenza. Sono riportati in letteratura anche rari casi di mesotelioma del testicolo e dell’ovaio, entrambi gravati da una prognosi severa. L”eziologia dei pochi casi di mesotelioma descritti nel bambino rimane poco chiara e la relazione con l”esposizione all”asbesto è raramente documentabile, e conseguentemente poco credibile. La terapia e la prognosi differiscono sulla base di condizioni individuali.
Tags: definizioni, mesotelioma pleurico, neoplasia